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[[Ficheiro:Svevo.jpg|thumb|right|Italo Svevo]]
'''Italo Svevo''' ([[Trieste]], [[19 de dezembro]] de [[1861]] — [[Motta di Livenza]], [[13 de setembro]] de [[1928]]) foi um [[literatura|escritor]] [[italia]]no.
 
Nascido'''Italo numa famíliaSvevo''', [[judaísmo|judaicapseudônimo]], recebeu o nome de '''Aron Hector Schmitz''', masnome tambémdepois eraitalianizado conhecidopara como '''Ettore Schmitz'''. Foi com seu pseudônimo que se tornou mundialmente conhecido([[Trieste]], tendo[[19 sidode umadezembro]] de suas mais importantes[[1861]] obras— [[AMotta consciênciadi de ZenoLivenza]], que[[13 compõede asetembro]] trilogiade formada[[1928]]), pelosfoi livrosum ''[[Una vitaescritor]]'' e ''[[Senilitàdramaturgo]]'' [[italia]]no.
 
Nascido em Trieste (então parte da [[Áustria-Hungria]]), quinto dos oito filhos de uma abastada família [[judaísmo|judia]] originária da [[Alemanha]], seu pai era Franz Schmitz (1829- 1892), comerciante de vidros. Sua mãe, Allegra Moravia (1832-95), era italiana.
<!-- Nel [[1874]], viene mandato dal padre a vivere e a studiare, assieme ai due fratelli Adolfo ed Elio, al collegio di [[Segnitz]], in [[Baviera]], dove studia il tedesco e altre materie utili per l'attività commerciale. La sua formazione avviene quindi in un ambiente linguistico prettamente tedesco (benché egli parli correntemente l'italiano sin da bambino), elemento che influenzerà profondamente il suo stile letterario (portandolo a caratteristiche forzature stilistiche, spesso criticate da taluni esponenti dell'ambiente letterario italiano). La biculturalità sarà un elemento importante nella vita dello scrittore, che egli tuttavia (a differenza di molti letterati [[risorgimento|risorgimentali]]) non vivrà mai in modo conflittuale o doloroso, ma sempre in armonia, sottolineando anzi la propria doppia culturalità nella scelta dello pseudonimo ''Italo Svevo''.<ref>[http://guide.supereva.it/letteratura_italiana/interventi/2008/12/19-dicembre-1861-nasce-italo-svevo 19 dicembre 1861: nasce Italo Svevo. L'infanzia, gli studi e le nozze.]</ref>
 
Nel [[1878]] torna a Trieste e finisce il suo percorso di studi commerciali all'Istituto Pasquale Revoltella. Pur dedicandosi agli studi commerciali, coltiva un profondo interesse per la cultura letteraria leggendo prima i classici tedeschi e successivamente i classici italiani. Nel [[1880]], con il fallimento dell'azienda paterna, inizia a lavorare presso la filiale cittadina della Banca Union di [[Vienna]], impiego che, sebbene mai amato, manterrà per diciotto anni. Nello stesso periodo ha inizio la collaborazione con ''L'Indipendente'', giornale di ampie vedute [[socialismo|socialiste]] per il quale scrive 25 recensioni e saggi teatrali e letterari. Riesce anche a far pubblicare, rispettivamente nel 1888 e nel 1890, i suoi racconti ''Una lotta'' e ''L'assassinio di via Belpoggio'', scritti in lingua italiana sotto lo pseudonimo di Ettore Samigli, cui seguono un secondo racconto ed un monologo teatrale.
 
Intanto nel [[1896]] muore il fratello Elio, ed Ettore comincia a scrivere commedie e (i primi abbozzi già dal [[1887]]) un romanzo. Nel [[1892]], anno in cui muore suo padre e conosce quella che sarà sua moglie (al funerale del padre), avviene la pubblicazione di questo primo romanzo ''[[Una vita]]'', firmato con il definitivo pseudonimo ''Italo Svevo''; l'opera viene sostanzialmente ignorata dalla critica e dal pubblico. In quell'anno ha una relazione con la popolana Giuseppina Zergol, che ispirò poi il personaggio di Angiolina in ''[[Senilità (romanzo)|Senilità]]''.
 
Dopo alcune collaborazioni con il giornale ''Il piccolo'' e una cattedra all'Istituto Revoltella, nel [[1895]] Svevo si fidanza con la cugina, Livia Veneziani, figlia di un commerciante di vernici sottomarine [[cattolicesimo|cattolico]], che sposa nel [[1896]] con rito civile, e nel [[1897]], dopo aver abiurato la religione ebraica ed essersi convertito, con matrimonio religioso. Dalla donna ha una figlia, Letizia, che avrà una vita molto lunga ([[1897]]-[[1993]]), ma anche caratterizzata da molti lutti e tragedie. Il matrimonio segna una svolta fondamentale nella vita di Svevo: in primo luogo l'«inetto» trova finalmente un terreno solido su cui poggiare e di conseguenza può arrivare a coincidere con quella figura virile che sembrava irraggiungibile, il ''pater familias''.
 
Nel [[1898]] pubblica il secondo romanzo, ''[[Senilità (romanzo)|Senilità]]''; anche quest'opera passa però quasi sotto silenzio. Questo insuccesso letterario lo spinge quasi ad abbandonare del tutto la letteratura. Dimessosi dalla banca, nel [[1899]] Svevo entra nell'azienda del suocero, accantonando la sua attività letteraria, che diventa marginale e segreta. Costretto per lavoro a viaggi all'estero, dove si porta un violino senza riuscire a esercitarsi che raramente, ha tuttavia ancora qualche voglia di scrivere e si trova a comporre qualche pagina teatrale e alcune favole.
 
Frequentando un corso d'inglese alla Berlitz School di Trieste nel [[1907]], conosce lo scrittore [[Irlanda|irlandese]] [[James Joyce]], suo insegnante. Joyce lo incoraggiò a scrivere un nuovo romanzo e, intorno al [[1910]], grazie al cognato, Bruno Veneziani, che su consiglio di [[Edoardo Weiss]] si reca a Vienna e cerca di farsi curare da [[Sigmund Freud]], entra in contatto con la [[psicoanalisi]] freudiana (per parte sua Svevo nel [[1911]] conosce e frequenta [[Wilhelm Stekel]], allievo di Freud che si sta occupando del rapporto tra poesia e inconscio): entrambi gli eventi influenzeranno la successiva produzione letteraria.
 
Allo scoppio della [[prima guerra mondiale]], l'azienda nella quale lavora viene chiusa dalle autorità austriache (il suocero morirà nel [[1921]]), Joyce si allontana e torna a Trieste solo nel [[1919]], per poi recarsi però definitivamente a [[Parigi]] (dove Svevo lo andrà a trovare più volte).
 
Durante tutta la durata della guerra lo scrittore rimane nella città natale, mantenendo la cittadinanza austriaca ma cercando di restare il più possibile neutrale di fronte al conflitto. In questo periodo approfondisce la conoscenza della letteratura inglese; interessandosi alla psicoanalisi e traducendo "La scienza dei sogni" di [[Sigmund Freud]], che influenzerà notevolmente la sua opera successiva. In seguito accetta di buon grado l'occupazione italiana della città e, dopo la guerra, con il definitivo passaggio di Trieste al Regno d'Italia, collabora al primo importante giornale triestino italiano, "La Nazione", fondato dall'amico Giulio Cesari.<ref>[http://biografieonline.it/biografia.htm?BioID=1315&biografia=Italo+Svevo Biografieonline - Italo Svevo]</ref>
 
Nel [[1919]] Svevo collabora con il giornale ''La nazione'', e inizia a scrivere ''[[La coscienza di Zeno]]'', poi pubblicato nel [[1923]], ancora senza successo, fino al [[1925]], quando l'amico Joyce lo propone ad alcuni critici francesi (in particolare a [[Valéry Larbaud]] che ne scrive sulla «NRF» e a [[Benjamin Crémieux]]), mentre in Italia [[Eugenio Montale]], in anticipo su tutti, ne afferma la grandezza: scoppia così il "caso Svevo", una vivace discussione attorno allo scritto su Zeno.
 
Tra i primi estimatori sono da ricordare anche [[Sergio Solmi]], [[Giuseppe Prezzolini]] e [[Anton Giulio Bragaglia]]. Nel [[1926]] la rivista francese ''Le navire d'argent'' gli dedicò un intero fascicolo, nel [[1927]] tenne una famosa conferenza su Joyce a [[Milano]], e nel marzo [[1928]] venne festeggiato a [[Parigi]] tra altri noti scrittori, tra cui [[Isaak Ėmmanuilovič Babel']].
 
Il quarto romanzo, ''[[Il vecchione|Il vecchione'' o ''Le confessioni del vegliardo]]'', una "continuazione" de [[La Coscienza di Zeno]], rimarrà incompiuto a causa della morte dello scrittore, avvenuta il [[13 settembre]] [[1928]] nell'ospedale di [[Motta di Livenza]], in seguito ad un incidente stradale avvenuto mentre tornava con la famiglia da un periodo di cure termali a [[Bormio]]. -->
 
Seu terceiro romance, ''[[A consciência de Zeno]]'', é também sua obra mais conhecida e compõe uma trilogia com ''Uma Vida'' e ''Senilidade''. O quarto romance, ''Il vecchione o Le confessioni del vegliardo'' ( "O velhinho" ou "As confissões do ancião"), uma "continuação" de ''A consciência de Zeno'', ficará inacabado em razão da morte do escritor, em 13 de setembro de 1928, após um acidente de trânsito, quando voltava com a família de uma [[estação de águas]], em [[Bormio]].
 
 
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